Giorgio Morandi e Tacita Dean a Mantova: la memoria della pazienza.
GIORGIO MORANDI E TACITA DEAN. “SEMPLICE COME TUTTA LA MIA VITA”
Giorgio Morandi e Tacita Dean a Mantova: la memoria della pazienza.
GIORGIO MORANDI E TACITA DEAN.
“SEMPLICE COME TUTTA LA MIA VITA”
Mantova, Palazzo Te
12 marzo – 4 giugno 2017
Parlare di Giorgio Morandi oggi, è parlare di un precursore, di un minimalista ante litteram, di un compilatore rigoroso di un opera per immagini risultato di anni di contemplazione e costruzione formale , ma circoscritta a pochi soggetti, anzi a pochi oggetti.
E proprio qui sta la grandezza di Morandi.
Solitario e sedentario, riservatissimo, queste sfumature caratteriali non lo hanno certo aiutato a farsi notare nella scena artistica dei primi decenni del 900.
Partendo da nature morte e paesaggi, con qualche esperimento anche nella metafisica, a partire dagli anni Trenta si dedica alle nature morte, concentrando ogni energia creativa nella ricerca formale meticolosa e portata avanti con rigore.
Le sue composizioni sintetizzano le licenze formali finalizzate alla composizione di Cezanne con visioni più realistiche dei pittori della scena Parigina a lui contemporanea.
Ma Morandi non si è spostato quasi mai dalla sua stanza di Bologna, se non per recarsi nella sua casa di Grizzana.
Sempre fedele a se stesso, e sempre , in costante evoluzione.
Tacita Dean è una artista polemica.
Condivide molto del moderno, in una visione perfettamente calata nell’oggi, evoluzione storica e artistica ben leggibile e rigorosa, senza mai scivolare nell’edonismo caciaro di certi strumenti contemporanei: sceglie di non condividerne i difetti .
La progressione video digitale è silenziosa, perchè non ha bisogno di apparecchi elettromeccanici per rendersi visibile.
E’ quindi un silenzio che si va a perdere nel rumore del social.
Tacita da vita con pellicole 16 mm che attiva con un rumoroso proiettore, alle sue riprese effettuate nel 2009 nello studio di Morandi.
E il rumore di quella proiezione fa da colonna sonora all’esposizione di Mantova, esaltandone la stratificazione metaforica tra tempo e pittura, si , strati di tempo e di tinte.
Morandi: la paziente opera di una vita, la ricerca di se stessi attraverso gli oggetti della propria quotidianità, sempre quelli, con poche novità nel corso dei decenni, la consapevolezza di se stessi sperimentata con la propria visione di quegli oggetti, nel corso dei decenni, sempre uguali loro, apparentemente e solo apparentemente, sempre uguale la loro rappresentazione.
Una caratterialità, più che una ripetizione, ma in costante, disciplinata evoluzione, lenta e inesorabile.
Come la vita.
Luce e tempo stratificati, una visione quasi fisica dell’arte, che nell’apparente contrasto tra i media utilizzati ha una poetica simile sia nell’opera di Morandi, sia in quella della Dean.
Acqueforti , disegni , pastelli, olii. Film tremolanti in pellicola da 16 mm.
Le opere di Morandi abbracciano l’intero arco della vita dell’artista e sono ben organizzate nelle sale del palazzo del Te di Mantova.
Il ronzio dei proiettori di Tacita, da vita e suono .
Un esperienza visuale ma non solo.
Qui si osserva il rigore, l’impegno, e la dedizione che gli artisti affidano alla raffigurazione del tempo per il tramite della luce.
Sedetevi, contemplate e godetevi questo spettacolo interiore.
Da non perdere.
Fabio Cappellini