La costituzione dell’uomo

E’ proprio dei  tempi in cui viviamo, il poter disporre di una massa enorme (spesso  inestricabile) di informazioni e teorie, a volte in netto contrasto tra di loro; mondi sofisticati di teoremi e parole, sempre più specialistiche, sempre più figlie di una cultura specifica, impossibile un omogenea visione delle cose, sia di quelle dello spirito sia di quelle scientifiche, rigorosamente separate ed in netta antitesi.

E in questo panorama di discipline, le più varie, tanto più numerose quanto sempre meno interconnesse, l’uomo e’ di volta in volta un elemento particolare di quel settore e la materia di cui è costituito è per lo più una teoria scientifica ed economica separata dal resto, la ricerca e’ vincolata alla credibilità, non alla verità, alla razionalità e non all’evidenza naturale.

Nella visione attuale e profana della vita, l’uomo ha peso maggiore se il rumore che  provoca diviene sempre più assordante,  l’illusione della conoscenza data dall’avere a disposizione una marea infinita di nozioni e informazioni crea una ignoranza ancora più disarmante.

Eppure l’essenza universale di cui anche noi siamo parte si ascolta nel silenzio, si trova nella concentrazione, nello studio di simboli che ci parlano di noi stessi e dell’armonia in cui ci veniamo a trovare, se riusciamo ad immaginarci come parte di quell’energia universale: un unico elemento, spinta e fine ultimo.

Siamo un amalgama di energia e materia, in equilibrio sul pavimento a scacchiera che rappresenta il dualismo:  gli opposti inaspettatamente si sostengono a vicenda proprio grazie alle differenze che composte in un tutto, creano un solido terreno, la base su cui ci si muove tanto più armoniosamente quanto meno ci si distrae dalla strada dell’equilibrio virtuoso.

Nazim Hikmet, uno dei più grandi poeti del “900 ha scritto:

“…. Finito, dirà un giorno madre Natura

          finito di ridere e di piangere

          e sarà ancora la vita immensa

          che non vede, non parla, non pensa.”

Quella vita immensa e’ il fragoroso silenzio dello spazio, il verbo che vibra e fa vibrare, l’energia, lo spirito che con i ritmi armoniosi della geometria presiede e testimonia “la prassi” universale.

Fabio Cappellini
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