La Posca

All’ epoca dei Romani il vino, come oggi da noi, era la bevanda fermentata più diffusa.
Ma raramente veniva consumato puro, chi lo faceva veniva considerato un ubriacone irrecuperabile..
In genere si usavano varie diluizioni con l’ acqua, più o meno adatte alle occasioni e alle stagioni. Quindi una bibita dissetante da bersi a metà mattina aveva pochissimo vino e molta acqua.
Il vino era molto più denso del nostro e quando acidificava diventava un aceto aspro e dolciastro, che i Romani consumavano con lo stesso gusto e modi del vino stesso.
L’ aceto diluito in acqua era considerata la bevanda del ” macho ” romano per eccellenza: il legionario.
Il gusto acidulo che l’ aceto dava all’ acqua era molto gradito al palato dei romani che, ovviamente, avevano gusti diversi dai nostri.
La Posca, così veniva chiamato questo mix tra acqua e aceto, era inoltre un antisettico, che riusciva a sanificare in parte l’ acqua che i soldati reperivano lungo il loro percorso.
Avere con sé una bottiglia di aceto serviva inoltre a disinfettare le ferite, visto che erano già conosciute quelle proprietà.
A questo punto cerchiamo di rileggere alla luce di ciò che abbiamo imparato, l’ episodio del soldato romano che da a Gesù una spugna ( più probabilmente un panno) intriso di aceto…
Gesù ne bevve.
Solo negli ultimi secoli questo episodio fu letto come un inutile cattiveria del legionario verso il crocifisso. Mentre il Romano, sicuramente, aveva dato al moribondo, la stessa bevanda con cui si dissetava lui stesso, la posca, appunto.

Fabio Cappellini 5 Gennaio 2020

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